Sounds of Silence



The mysteries of seashells. We know that Nature excels in mathematics, but how do these modest forms of life create such sophisticated, logarithmic, Archimedean spirals around themselves, like that of the 'Nautilus'? The 'golden ratio'. And this is just the mathematical aspect of the mystery, their formation.There is also the question of their function. Why they have such forms? When compared with the Cochlea (derived from the Greek word 'Kokhlias'- snail) of the human ear, one could also associate their forms with sound. Would they also be sensitive to pressure waves, to determine their movement, reproduction cycles and endless survival constantly reflected by the wealth of fossils left for posterity?
But then as one dives into the sea, one dives into a world where sound seems remote. A world of relative silence.

It is another world, that of relative silence. Even more so when authentic, external sounds are sometimes whispers compared to a relentless, unreal, internal din. It's not possible for those who have never suffered from any deafness, even without the cynical addition of tinnitus, to understand. This mad 'feed-back' phenomenon is even worse when one is tired or stressed, which in turn creates vicious circles, or internal sound spirals, from which there is no escape.

The main plank of the 'sound barrier' separates those that can exchange a normal conversation with the invited deaf person who cannot easily participate. In such circumstances the latter often falls into the trap of laughing or showing disproval at moments he or she might think appropriate, but which sometimes embarrassingly, are not.

But this world of silence or near silence is not necessarily a negative world. In the less extreme cases one has the choice between 'hearing', with a suitable aid, or not hearing. The choice of relative silence or noise, plus the excuse of not 'socialising', and the additional advantage of pretending not to hear when one is sometimes aware of what in fact was said or had taken place.

In some very extreme cases one has so positively adapted to one's complete deafness, that given the choice between the real possibility of hearing once more, if not for the very first time (thanks to a digital implant which would necessitate re-education of sound interpretation) or not, one often prefers to maintain the status quo, to continue to live in this comfortable world of silence.

It is also a world of subtle perception in which one can become adept in observation, a world where idle conversation is totally unimportant.
One develops other, interesting and challenging means of communication. One has time to dream, create, formulate thoughts to eventually convey them the way one wishes. For it goes without saying (...) that when the deaf wish to exchange ideas, they will find the means to do so. And if, inversely, one wishes to communicate with a deaf person, one would also find the means to do so. It could thus be concluded that if one 'hard of hearing' didn't catch what was said to him or to her, what was said could not have been of any great importance, or consequence.

In some cases however, the phenomenon of tinnitus can be difficult to tolerate, particularly when real, external sounds become even less audible than these persistent, mad and meaningless internal ones. One has the hopeless impression that they will go on and on, even posthumously, for eternity.
The eternity expressed by the vortex spiral of seashells, unless living in armoured galleries of infinity would also mean living under such constant pressure.

Perhaps in time medical science will find means to locate the nerve cells that transmit these false, feedback sounds to thus be able to neutralise them properly. It would also be interesting if such technology permits the actually hearing of these false signals, to compare individual cases- and then why not even orchestrate a selection of them to compose an insane, cerebral symphony?

There can be several tonalities that weave chaotically around a main one, but each case would be quite different. The 'main one' could be similar to the noise of the engines of a Jumbo-Jet that one hears once comfortably installed aboard the aeroplane smoothly cruising at high altitude. One can imagine being the only passenger on a never ending flight, breaking the 'sound barrier' to nowhere.
A unique experience. But then it's always best to be positive, and essential to dominate and when possible even use ones handicap- lest it finally dominate, and use you.

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Suoni di Silenzio

I misteri delle conchiglie del mare. Sappiamo che la Natura eccelle in matematica, ma come sono queste forme modeste di vita in grado di creare tali spirali logaritmiche, le spirali di Archimede attorno a sé, come quella del 'Nautilus'. La 'regola d'oro'. E questo è solo l'aspetto matematico del mistero, la loro formazione. C'è egualmente la questione della loro funzione. Perché hanno tali forme? In paragone alla coclea (derivata dalla parola greca 'il Kokhlias - lumaca) dell'orecchio umano, si potrebbe anche associare le loro forme con il suono. Sarebbero anche sensibili a certe onde di pressione, per determinare il loro movimento, cicli della riproduzione e sopravvivenza infinita, riflessa costantemente dalla ricchezza dei fossili lasciati per la posterità?
Ma allora mentre ci si tuffa nel mare, si tuffa in un mondo in cui il suono sembra remoto. Un mondo di silenzio relativo.

È infatti un altro mondo, quello del silenzio relativo. Perfino ancora di più quando i suoni autentici, esterni sono a volte bisbigli confrontati ad un chiasso interno implacabile ed irreale. Non è possibile per coloro che non hanno sofferto mai di alcuna sordità, anche senza l'aggiunta cinica dell'acufene, capire. Questo fenomeno pazzo di 'feedback' è ancora peggio quando uno è stanco o sottoposto a tensione, che a sua volta crea i circoli viziosi, o spirali di suoni interni, da cui non c'è fuga.

La trabeazione principale 'della barriera del suono' separa quelli che possono scambiare una conversazione normale dalla persona sorda invitata che non può partecipare facilmente. In tali circostanze il sordo cade spesso nella trappola di ridere o di manifestare disapprovazione nei momenti che potrebbero essere considerati da lui propizi, che a volte, purtroppo, non lo sono affatto.

Ma questo mondo di silenzio o di quasi silenzio non è necessariamente un mondo negativo. Nei casi meno estremi uno ha la scelta fra 'udire', con un apparecchio adatto, o non udire. La scelta del silenzio relativo o di rumore, con in più la giustificazione di non socializzare, e il vantaggio supplementare di potere fingere di non sentire quando si è consci di ciò che di fatti è stato detto o aveva avuto luogo.

In alcuni casi molto estremi ci si è adattati così positivamente alla sordità completa, che data la scelta fra la possibilità reale di sentirsi una volta di più, se non per un primissimo tempo- grazie ad un impianto digitale che renderebbe necessaria l'educazione cerebrale dell'interpretazione del suono, o non sentire, si preferisce spesso mantenere lo status quo, per continuare a vivere in un mondo confortevole di silenzi.

È egualmente un mondo di percezione sottile in cui si può diventare esperti in osservazione, un mondo dove la conversazione banale non è importante. Si sviluppano altri mezzi di comunicazione interessanti e sfidanti. Si ha tempo per sognare, creare, formulare i pensieri per eventualmente esprimerli nella maniera che si desidera. Per esso, va da sé, che quando i sordi vogliono scambiare idee, troveranno i mezzi per farlo. E se, al contrario, si desiderasse comunicare con un sordo, si troverebbero anche i mezzi per farlo. Si potrebbe così concludere che se un quasi sordo non avesse sentito ciò che gli è stato detto, si può supporre che ciò che è stato detto non fosse di grande importanza, né conseguenza.

In alcuni casi tuttavia, il fenomeno dell'acufene può essere difficile da tollerare, particolarmente quando i suoni reali esterni diventano perfino meno udibili che questi suoni interni persistenti e insensati. Si ha l'impressione disperata che continueranno senza tregua, perfino in modo postumo, per l'eternità.
L'eternità espressa dalla spirale di vortice delle conchiglie, a meno che vivere nelle gallerie corazzate dell'infinità egualmente significhi la vita sotto tali costanti pressioni.

Forse un tempo la scienza medica troverà i mezzi per individuare le cellule che trasmettono questi falsi suoni di reazione per potere così neutralizzarle. Sarebbe anche interessante se tale tecnologia permettesse di sentire realmente questi segnali falsi, per confrontare i diversi casi- ed allora perché non orchestrare una selezione componendo una sinfonia cerebrale 'pazza'?

Ci possono essere parecchie tonalità che tessono caoticamente intorno al tono principale, ma ogni caso sarebbe abbastanza differente. Quella principale potrebbe essere simile al rumore dei motori di un Jumbo-jet che si sente una volta accomodati confortevolmente a bordo dell'aeroplano, volando uniformemente ad alta quota. Si può immaginare di essere l'unico passeggero su un volo senza fine, che rompe la 'barriera del suono' verso nessun posto.
Un'esperienza unica. Comunque è sempre meglio essere positivi, ed essenziale è dominare e quando possibile persino usare il proprio handicap- affinché alla fine lui stesso non domini ed utilizzi voi.
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Text and Image © Mirino (PW) October, 2008

2 comments:

Prepuzio said...

In natura, ci sono animali che usano handicap (ad esempio, in alcuni uccelli, una coda molto lunga, sproporzionata) come richiamo sessuale, per dire alle femmine: "Guardate, sono talmente forte da potermi permettere cotanto, ingombrante codazzo".

Lo stesso vale per l'uomo.

Mirino said...

Non c'è dubbio che le donne sono sedotte dalla sordità.. Di più i sordi hanno il vantaggio di spegnerlo ogni volta che le donne diventano un po' troppo noiose..